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Uno sguardo alla persona

La mia palestra professionale è stata quella dell’assistenza al cliente e la mia sfida quella di dirgli sempre la verità. Dopo l’esordio nel servizio clienti mi sono impegnata in tutte le sfumature della comunicazione e del marketing, incluso il supporto alle vendite. Ho macinato quasi 20 anni di lavoro nei settori più svariati di PMI dove ho costruito una solida base di competenze trasversali e sviluppato un’abitudine sistemica alle ripartenze e al cambiamento.
Dal 2015 ho iniziato ad investire sulla specializzazione con focus sulla comunicazione della sostenibilità perché spinta dal desiderio profondo di contribuire allo sviluppo di una nuova narrazione d’impresa capace di raccontare una nuova coscienza d’impresa.

Simona

“La mia palestra di sostenibilità è stata ed è tuttora quella dell’Economia del Bene Comune che considero un osservatorio privilegiato e la mia bussola di riferimento nelle scelte di vita privata e professionale perché sono convinta che il mercato e il sistema economico – e quindi anche le imprese – non si reggano a lungo sul solo principio del profitto e della concorrenza ma debbano integrare anche la collaborazione, il capitale umano e relazionale, il bene collettivo e la fiducia.”

Da dipendente precaria a consulente fissa

Mi definisco una comunicatrice radicale, non nel senso di estremista ma di studiosa che vuole andare alla radice delle cose indagandone la sorgente e la finalità ma soprattutto le connessioni. Unire i puntini e trovare il filo conduttore è un esercizio che pratico da anni, a volte in maniera quasi ossessiva, nel perseguimento costante della ricerca di senso e dello sguardo d’insieme.

 

Da dipendente ho rotolato come un sasso per anni da un’azienda all’altra alla ricerca di un senso di appartenenza schivando le realtà più refrattarie ad abbracciare la dimensione sociale dell’impresa. Oggi, da consulente – ma anche facilitatrice, partner e coordinatrice – voglio fare la mia parte per incoraggiare le imprese ad assumere un impegno più ampio di quello economico-finanziario e per motivarle a sviluppare la cultura della responsabilità e della fiducia e costruire, così, un futuro migliore.

 

 

I miei lieti fine, cioè le trasformazioni inaspettate

2019

Il benessere in azienda si può progettare.

Vengo a conoscenza del metodo del self management (auto-organizzazione). Scopro che il benessere organizzativo in azienda si può progettare e che è soprattutto una questione di processo

2018

Catapultata in aula ad insegnare.

Insegno il tedesco tre mesi come supplente in una scuola statale. Scopro che la formazione mi appartiene e che sono capace di rimettermi in gioco ribaltando la mia vita

2016

Il vero senso dello storytelling.

Incontro Mafe de Baggis e non la mollo più. Scopro che lo storytelling è una struttura e non un format e che la storia su cui poggia deve essere una e una sola, semplice e riconoscibile

2015

Esiste un’altra economia.

Conosco l’Economia del Bene Comune. Scopro l’altra faccia dell’economia e un nuovo orizzonte di senso

2015-2018

Caregiver*: una palestra che ti dà forza.

Mi occupo di mia mamma facendo la care giver. Scopro che nel dolore più grande acquisisci una forza superiore ma non senza conseguenze.

*colui che si prende cura

2010

Fiducia e motivazione sono strumenti potenti.

Il tempo di una telefonata e acquisisco un brand super famoso come cliente. Scopro che la fiducia aumenta la motivazione e che è tutto quello che serve

2002-2003

Un viaggio nell’animazione di “comunità”.

Mi innamoro della facilitazione facendo la tutor di rete e mi scopro capace di gestire un gruppo di persone che condividono una passione, che hanno uno scopo comune e voglia di crescere insieme (community management)

2000-2001

La libertà dai pregiudizi ti fa volare.

Inizio a “volare” perché cambio prospettiva passando a vivere da una provincia italiana del Nord-Est ad una metropoli multietnica dove sei sempre a contatto con lo “straniero” che ti scrolla di dosso pregiudizi e conformismi

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