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Apparteniamo ad una società troppo complessa perché non venga considerata la condizione degli altri. Come fa uno ad essere felice se ogni giorno vede persone che soffrono?
Vittorino Andreoli, Agosto 2018 

 

Sono convinta che la sostenibilità sia l’unica forma di gestione aziendale possibile e che abbia senso e credo che l’intero suo scopo sia quello di facilitare il cambiamento migliorativo delle imprese trasformandole in luoghi di benessere e di prosperità e in attori responsabili in grado di rispondere alle sfide sociali e ambientali della nostra epoca. Ed è proprio in ossequio a questa responsabilità che l’impresa deve continuamente tendere ad oltrepassare i suoi stessi confini perché per sua natura essa è un sistema aperto e ogni sua attività ha un impatto su qualcuno e da qualche parte nel mondo. Questa è la nuova grande coscienza che manager, imprenditori, investitori e azionisti devono tenere sempre bene in mente.

Anche se trasferisce parte della sua attività produttiva a soggetti terzi, oggi l’impresa non può più permettersi di ritenersi libera di trasferire con essa anche l’intera responsabilità per come la produzione, seppur esterna, viene eseguita (Strategie e performance della gestione responsabile dei fornitori, Laura Maria Ferri). La responsabilità deve diventare un elemento costitutivo e irrinunciabile di qualità.

Essere sostenibili significa che quando lavoriamo sappiamo che cosa stiamo facendo, cioè conosciamo le implicazioni della nostra attività, gli effetti che le nostre azioni hanno sugli elementi dell’ecosistema complesso di cui facciamo parte. Detto in altre parole e in termini semplici, “un’organizzazione può fare praticamente ciò che vuole per costruire il suo business purché sia responsabile delle conseguenze del suo operato” (Il gioco infinito, Simon Sinek).

Al fine di promuovere il concetto di azienda come generatrice di valore positivo per la collettività, la definizione della responsabilità d’impresa deve essere capace di includere questi tre aspetti:

  • Promuovere una finalità: offrire alle persone un senso di appartenenza e la sensazione che le loro vite e il loro operato abbiano un valore che trascende il lavoro fisico e la generazione di profitto
  • Proteggere le persone: gestire le nostre aziende in modo tale da proteggere le persone che lavorano per noi, le persone che acquistano da noi e gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo
  • Generare profitto: il denaro è il carburante che permette ad un’azienda di rimanere sostenibile e di continuare a promuovere, così, le prime due priorità

Perché la sostenibilità d’impresa sia efficace non può essere sganciata da un contesto né può essere aggiunta o affiancata al business come se si trattasse di due piani diversi ma deve essere parte integrante della strategia aziendale. Questo è l’approccio più sensato ed evoluto che un’impresa possa adottare per essere credibile e inattaccabile e per difendersi dal rischio di greenwashing.

La sostenibilità ha senso perché agevola il cambiamento dell’azienda migliorandola e perché poggia su l’unico paradigma economico oggi possibile: quello di creare profitto senza devastare l’ambiente o creare diseguaglianze o imbarbarimento e con l’obiettivo, invece, di contribuire a generare una trasformazione positiva della società, di creare valore positivo per tutti, di contribuire cioè al bene comune.

 

Il cambiamento che vorrei

Il cambiamento che vorrei vedere nel mondo è una maggiore attenzione per il bene comune, un maggiore senso civico e di responsabilità. Vorrei che le persone fossero capaci di farsi domande nuove e di risvegliare la domanda di senso che è dentro ognuno di noi per poter mettere in discussione il nostro stile di vita e il nostro modello di consumo e di economia.

Vorrei che la politica si mobilitasse per intercettare il cambiamento necessario per costruire un futuro migliore per tutti, per guidarlo e renderlo possibile. Vorrei vedere un vero piano politico per la conversione ad un nuovo sistema energetico improntato alla lotta contro l’emergenza climatica e per l’inserimento nella nostra Costituzione del tema del rispetto delle generazioni future. Vorrei che le imprese si attrezzassero per gestire e affrontare la paura del cambiamento, quello che le migliora, e che si trasformassero così in comunità di persone che hanno condiviso un senso comune.

Il cambiamento che vorrei vedere nel web è il superamento del linguaggio dell’odio e una maggiore consapevolezza rispetto al fatto che si è quello che si comunica (citazione da Parole Ostili). Vorrei vedere più trasparenza, umiltà e generosità, una maggiore qualità dell’informazione che deve essere a più dimensioni, quindi non solo sul prezzo e sull’efficacia del prodotto ma anche sul suo grado di obsolescenza, sugli effetti che ha sulla persona, sul livello di sostenibilità sociale e ambientale della filiera che lo ha prodotto. Vorrei più approfondimento e accuratezza e il rifiuto dell‘approssimazione e dell’indifferenza.

 

Foto Linus Lynud  / Unsplash

 

 

 

Fonti e ispirazioni:

La definizione di responsabilità d’impresa è ripresa dal libro “Il gioco infinito” di Simon Sinek

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